Il pentito Ciancimino Jr
Ciancimino Jr

Quello che sta accadendo in questi ultimi mesi ha dell’incredibile: da un lato la situazione precaria, se non disperata, di decine di migliaia di lavoratori scesi in piazza a protestare per il grave rischio occupazionale che stanno vivendo sulla loro pelle (vedi Eutelia, FIAT di Termini Imerese, Alcoa, Glaxo, eccetera); dall’altra parte le dichiarazioni del pentito Cianciamino jr (“da mio padre lettere a Silvio Berlusconi”) o le polemiche inerenti al disegno di legge sul “Legittimo Impedimento” o sul prevedibile “Lodo Alfano bis” in versione legge costituzionale (anziché legge ordinaria già bocciata dalla Consulta in quanto valutata come incostituzionale).

Il grido disperato dei lavoratori viene di fatto soffocato dal presunto coinvolgimento del Partito Delle Libertà con la malavita organizzata o da polemiche fra politici delle opposte fazioni sulla buona o cattiva fede di alcuni disegni di legge definiti “salva premier”.

Possiamo anche credere alle coincidenze, ma sembra incredibile che ci sia ogni volta un avvenimento dal forte richiamo mediatico a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gravissima crisi occupazionale in cui il paese è precipitato. In Italia siamo in piena emergenza, in quanto se decine di migliaia di lavoratori hanno perso il posto di lavoro, questo si tramuta in centinaia di migliaia di famiglie lasciate nel baratro della disperazione, nella più totale indifferenza di una parte di classe politica (la casta per l’appunto) che banchetta, nonostante la crisi, con caviale e champagne, mentre il popolo italiano arranca. Serve immediatamente un forte richiamo all’attenzione da parte dei politici nazionali verso questi gravi e irrisolti problemi in cui il paese è insabbiato da più di un anno. Servono fatti concreti, non parole che il tempo disperde come foglie secche al vento.

E’ ora di affrontare finalmente i veri e gravi problemi del paese, che non sono i processi in cui è coinvolto Silvio Berlusconi, ma sono l’occupazione in netto calo, la grande e media impresa che delocalizza le proprie unità produttive, la piccola impresa che perde competitività, gli sprechi nella sanità, nella pubblica amministrazione, i padri che rischiano di non arrivare più alla pensione e i figli che non arriveranno mai più alla fissa e onorevole occupazione.

Mentre la situazione del paese precipita assistiamo alle esternazioni dell’attuale presidente del consiglio che si vanta pubblicamente di aver eliminato l’ ICI (in realtà ci aveva pensato parzialmente il precedente governo Prodi abolendo questa iniqua tassa a circa il 60% degli italiani; quindi, mi consenta, il premier ha solo integrato il restante 40%), di aver abbassato le tasse (anche se le retribuzione di operai e impiegati non ne hanno in alcun modo beneficiato mentre gli evasori fiscali hanno festeggiato grazie allo scudo fiscale), di aver esteso gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro (la realtà sembra alquanto diversa con lavoratori con contratti a tempo determinato, contratti atipici, subordinati, contratti a progetto che una volta scaduti non prevedono alcun supporto degli ammortizzatori sociali).

Quella che Silvio Berlusconi ci racconta è una bellissima favola (il paese dei balocchi) a cui tutti noi vorremo credere ma poi dobbiamo fare i conti con la cruda quotidianità di padri di famiglia che hanno perso il lavoro oltre che la dignità, che da mesi non percepiscono lo stipendio e che non sanno più cosa raccontare ai loro bambini, che non provano più alcuna fiducia nelle istituzioni.

Sveglia Italia, dobbiamo essere tutti più uniti e far capire ad alcuni politici che ci amministrano che è finalmente arrivato il momento che i loro vizi non siano più addebitati sul conto degli italiani. Dobbiamo pretendere che questi politici incomincino a vivere con le comuni retribuzioni di noi italiani (magari con le indennità dei parlamentari equivalenti alla Cassa Integrazione degli operai).

Il lusso cui certa politica ostenta in modo semplicemente anacronistico è esclusivamente un crimine al danno della collettività. Per il lusso di pochi devono soffrire in tanti. Quanto ancora dovremo attendere l’arrivo di una classe politica finalmente per bene? La Speranza è per noi Cristiani una dottrina, una fede incontrastata in Gesù e proprio per questo noi italiani sopportiamo quasi tutto con devozione, con spirito di sacrificio. Approfittarsene ulteriormente sarebbe criminale. Viva l’Italia, viva gli Italiani per bene.

In fede
Campagna Arcangelo (Italia Dei Valori Curtatone)




Scritto da: Arcangelo Campagna
Data: 10 Febbraio 2010
Categoria: Cronaca, Politica


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