Attività CAI sezione di Bozzolo. SLOVENIA-CROAZIA 2010. Anche quest’anno è arrivato (e purtroppo già passato) il momento della tradizionale gita sociale del CAI di Bozzolo. Le mete sono state la Slovenia, la Croazia e la città di Trieste.

Il viaggio è partito alle 5:00 a.m. dell’11 giugno 2010 e la prima sosta (se si esclude l’Autogrill) riguardava la visita alle grotte di San Canziano, in Slovenia sul cui fondo scorre il fiume che le ha scavate, cioè il Reka che in Italia torna in superficie con il nome di Timavo. La zona è quella del Carso e man mano che si scende in profondità sembra di trovarsi in uno di quei gironi danteschi che sono nell’immaginario. Il fiume fa un rumore quasi assordante nonostante si trovi a una quarantina di metri sotto di noi ma la grotta ne amplifica notevolmente lo scroscio. Tornati in superficie abbiamo ammirato una serie di cascate e che anticipano l’ingresso del Reka nel sottosuolo. La temperatura interna della grotta si aggira intorno ai 12° ma una volta usciti si torna bruscamente ai 25 e passa con un’umidità altissima.

mare Croazia
Croazia

Pranzo al sacco e poi via di nuovo in marcia con i nostri due pullman verso la città di Opatija che sarà la nostra base per i prossimi due giorni. Il tempo di buttare le valigie in camera poi via subito per una camminata sul lungo mare. Chi li ha, non perde l’occasione per sfruttare i bastoni per fare un po’ di Nordic Walking anche se il pavimento non è proprio uno dei migliori. Se non altro adocchiamo qualche gelateria che tornerà utile per le prossime due sere. La cena in albergo è a buffet, e cioè avanti che c’è posto. Poi per smaltire il pasto abbondante, camminata serale con gelato incluso. Ma questa volta i bastoni rimangono “al sicuro” in camera da letto. C’è poco da fare le ore piccole, dopo la levataccia della mattina precedente e le alte temperature, il sonno arriva presto: io avrei dormito anche con un coltello conficcato nella chiena da tanto ero sfinito. Meno male che il clima è ottimo, si può fare a meno dell’aria condizionata, basta lasciare socchiusa la finestra che una leggera corrente fresca allieta e favorisce il riposo.

Sabato 12 giugno 2010, colazione alle 7:15 e partenza alle 8. I due pullman si imbarcano su un traghetto che ci porta in meno di mezz’ora sulla vicina isola di Cres. Qui andiamo a visitare un centro ecologico che presta soccorso ai grifoni. Dato che il centro non ha stanze molto grandi, siamo costretti a dividerci in due gruppi. Quando usciamo, mentre aspettiamo che il secondo gruppo si goda gli animali dall’interno di una gabbia di vetro, noi andiamo a vedere il vicino borgo di Beli. Questo è un piccolo paesino situato in cima a una montagnola e abitato da circa cinquanta persone (che però aumentano in periodo di vacanza) che ha mantenuto le caratteristiche di una volta. Dalla piazzetta della chiesa si può ammirare un bellissimo panorama del mare Adriatico visto dall’alto. Le strade per raggiungere questo posto, nonostante sia molto frequentato dai turisti, mettono alla prova i nervi di autisti e passeggeri: strette e tortuose. Capita spesso di dover fare manovre per permettere ad altre corriere che vengono dal senso opposto di passare. A questo punto arriva il fatidico momento del pranzo. Servono trenta volontari che rinuncino al pesce per accontentarsi di un piatto a base di carne. Trovato l’accordo ci concediamo il meritato pranzo.

A questo punto la giornata dovrebbe proseguire scegliendo fra due opzioni. La prima prevede una camminata sotto il sole per raggiungere il punto più alto della zona percorrendo un dislivello di circa 300 metri. La seconda invece prevede un pomeriggio di puro relax in spiaggia (l’hotel-ristorante che ci ha servito il pranzo ci lascia usare la sua privata) e magari fare pure il primo bagno della stagione. Inutile dire che anche chi ha fatto la prima proposta alla fine ha scelto la seconda e così via tutti (o quasi) in acqua. Altri hanno preferito fare un giro per il centro di Cres (il paese che da ilo nome all’isola), chi dedicarsi allo shopping, chi perdersi, ecc. Dopo una corsa all’ultimo secondo per le strade dell’isola, arriviamo al porto dove il traghetto sta quasi per partire. Ci imbarchiamo e rientriamo in albergo. La sala dei pasti è però occupata da un ricevimento di nozze, per cui tutti gli ospiti dell’albergo vengono dirottati in un’altra sala climatizzata intorno agli 0°C dove ci gustiamo il solito buffet. Questa volta, dopo cena, invece di uscire per rinfrescarci, usciamo per riscaldarci un po’ anche se l’obiettivo è ancora quello di raggiungere una gelateria. Ma il culmine della serata è di sicuro il giro al casinò dell’hotel dove poter giocare (e perdere) i 5 euro che la gestione regala solitamente a chi soggiorna. Un giro alla roulette, un colpo al Black Jack giusto per dare l’idea a cho non ha mai provato, quanto spossa essere deludente il gioco d’azzardo per i comuni mortali.

Domenica 13 giugno 2010, partenza alla solita ora con rotta verso la Grotta Gigante, nelle vicinanze di Trieste. Una immensa cavità che offre uno spettacolo incredibile ai visitatori. Si scende per una scala e si segue un breve percorso che ci porta all’interno di una sala immensa (600 mila metri cubi di capacità) con un’altezza massima di oltre 100 metri. A differenza di quella vista due giorni prima, qui si possono fare le foto, meglio senza flash. Non c’è più il fiume che scorre sul fondo, ma le concrezioni sono spettacolari e grossissime. Una guida ci segue durante tutto il percorso. Anche in questo caso all’uscita ci attende uno sbalzo termico non da poco: si passa dagli 11°C ai quasi 30°C della superficie. Mangiamo in fretta senza però perdere l’occasione di una sfida a calcio balilla per poi portarci in centro a Trieste, nella famosa piazza dell’Unità d’Italia. Vista l’ora c’è poca gente in giro e si riescono a fare delle belle foto. Poi, visto che non siamo ancora abbastanza sudati, saliamo alla chiesa di San Giusto dove finalmente troviamo un po’ di riparo.

Lasciamo quindi Trieste per dirigerci verso l’ultima tappa del viaggio: il Sacrario Militare di Redipuglia. Il sole è ancora ben alto in cielo e scalda il cemento di questo immenso memoriale ai caduti della prima guerra mondiale. La sosta è di circa mezz’ora, il tempo di raggiungere la cima, scattare qualche foto e di scendere. Il tempo sta per scadere, ci rimettiamo in viaggio questa volta per raggiungere casa e lungo l’autostrada incontriamo un temporale pazzesco che ci impone una velocità ridotta. Nonostante questo arriviamo a destinazione addirittura in anticipo sulla tabella di marcia.

Tempo per i saluti e un arrivederci alla prossima vacanza.




Scritto da: Andrea Gennari
Data: 15 Giugno 2010
Categoria: Cronaca
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