Pietro Scidurlo, 34enne di Somma Lombardo, fin da piccolo in carrozzina, dopo aver percorso due volte in un anno il Cammino di Santiago in handbike, presenta quella che definisce “passeggiata”: partito il 28 agosto 2013 da Somma Lombardo, percorrerà 500 chilometri in canoa. Meta finale: piazza San Marco, Venezia.

Oggi, martedì 3 settembre 2013, sarà a Ostiglia (Mantova) mentre mercoledì 4 settembre raggiungerà Ponte Lagoscuro (Ferrara).

Pietro Scidurlo canoa


Così, il presidente dell’associazione Free Wheels, sancirà un altro simbolico ma concreto atto del suo messaggio: “Le barriere più grandi sono quelle imposte dalla nostra mente, basta avere la volontà di superarle”.

Con lui, l’amico Michael Bolognini, insegnante di giavellotto della Pro Patria Atletica e presidente di Geographical Research Association di Busto Arsizio, appena rientrato dopo tre mesi di missione in Congo. “È motivo di orgoglio, per me, partecipare a questo percorso e sono onorato di poter essere di supporto a Pietro”.

Giampiero, uno skipper professionista, li guiderà in questa singolare “pagaiata” in una canoa, mentre i due giovani, che si sono conosciuti in occasione del premio “Toyp 2013” di JCI Varese, saranno a bordo dello stesso mezzo. Intanto, in questi giorni si stanno allenando al “Sestese Canoa di Sesto Calende” dove tutto lo staff li sta aiutando, dando loro tutti gli strumenti necessari per questo viaggio.

Non siamo professionisti – specifica Pietro – ma persone con una grande forza di volontà che desiderano, se non cambiare il mondo, cambiare almeno una parte di esso. – E aggiunge – Non voglio che si parli di impresa ma di percorso nato per la voglia mettersi alla prova per poterlo raccontare e trasmettere tutto ciò che ho fatto, per essere utile agli altri”.

Saranno minimo dieci i giorni di navigazione, per 6 o 7 ore di pagaiata alla volta. E nel percorso, che comprenderà, tra le altre, Vigevano e Taglio di Po, ci saranno almeno tre dighe da valicare, di cui due automatizzate e una da superare scendendo dalla canoa. Una difficoltà in più quindi, per Pietro, ma di certo non un limite.

Il mio scopo è quella della condivisione, non della performance – precisa il giovane di Somma – Fino a che le persone fanno qualcosa e non lo scrivono, poi chi si ritrova nella stessa situazione, deve ricominciare da capo. Dobbiamo condividere per lasciare una traccia per aiutare chi viene dopo di noi. Fare e raccontare è importante. Ce la si può fare, ci sono difficoltà ma si possono sempre superare. Per me la condivisione è il segreto del mondo”.




Scritto da: MantovaNotizie.com
Data: 3 Settembre 2013
Categoria: Cronaca


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