LE ELEZIONI AMERICANE SECONDO I LICEALI ITALIANI: COSA NE PENSA UNA RAGAZZA MANTOVANA ADESSO EXCHANGE STUDENTS NEGLI STATES
Alcuni studenti della Penisola, in questo momento negli Stati Uniti con i programmi scolastici all’estero WEP, raccontano le loro riflessioni a pochi giorni dal voto

Sono circa 260 gli studenti italiani delle superiori che, fra settembre e gennaio, sono partiti per gli Stati Uniti – o lo faranno nei prossimi mesi – per frequentare un trimestre, un semestre o un anno scolastico in una scuola americana con il Programma scolastico all’estero WEP. Attraverso questo programma infatti i giovani liceali possono trascorrere parte della loro carriera scolastica (il 4° anno) in una scuola straniera, ospitati, per tutta la durata del soggiorno, da una famiglia del posto.

A pochi giorni dalle elezioni presidenziali americane, abbiamo chiesto ad alcuni di loro come stiano vivendo questo particolare momento per capire impressioni, riflessioni e confronti riguardo a uno degli eventi politici

FRANCESCA DELL’ACQUA
da Viadana (Mn) a Salem (OREGON)

“Rispetto all’Italia, tutto ciò che riguarda la campagna e i due candidati è molto più sottoposto all’esposizione mediatica”.

Francesca Dell'Acqua Viadana (Mantova)
Francesca Dell’Acqua

“Quando chiedo – What do you think about elections? di solito la risposta è – This is going to be really bad.- La mia famiglia, le ragazze della mia età, i compagni a scuola, tutti sono d’accordo sul fatto che qualsiasi sia il risultato dell’elezione, la situazione in America peggiorerà drasticamente. Le mie coetanee pensano che Hillary, nonostante non sia esattamente una brava persona, sia comunque da preferirsi a Trump, che più di una volta ha espresso il suo disprezzo nei confronti di immigrati, omosessuali, donne. Anche io preferisco la candidata democratica, in quanto non tollero razzismo, omofobia o misoginia, anche se mi rendo conto che ci sono stati molti scandali a dimostrazione di quanto non sia una persona affidabile.
In campagna elettorale, rispetto all’Italia, tutto è decisamente amplificato, ingigantito. Ogni più piccola cosa legata a Trump o Hillary diventa di dominio pubblico, diventa uno scandalo e motivo di chiacchiere, critiche o approvazione.”

FRANCO AMBOLDI
da Legnano (Mi) a Portland (OREGON)

“Molti farmers, anche fra i democratici, voteranno Trump per la linea protezionistica”

“Portland è una città molto liberale. Nella comunità aleggia un generale “odio” per Trump: quelli che si sono sempre considerati repubblicani non voteranno per lui. Nelle zone rurali e nel nord della California invece sono tutti a favore di Trump. I piccoli villaggi contadini e le fattorie sono piene di cartelli che invitano a votarlo, i camion e le macchine hanno i suoi sticker sul vetro. Questo è diffuso anche fra i non repubblicani poiché, credo, Trump ha promesso di aiutare i farmers, alzando i prezzi dei prodotti agricoli/alimentari provenienti dall’estero. Anche la Clinton tuttavia non è ben vista, viene considerata una donna poco onesta. Credo sia molto indicativo della situazione la frase che sta girando qua in questi giorni su facebook – Trump e la Clinton sono 2 genitori che litigano per avere l’affidamento dei figli. I figli siamo noi, tutti gli americani, e vogliamo semplicemente andare a vivere con i nonni.”.

FEDERICO ROBBIATI
da Caronno Pertusella (Va) a Gilbert (ARIZONA)

“Non simpatizzo per nessuno dei due,
ma in ogni caso gli americani
sono di fronte a una scelta difficile”

“Qui in America ho notato una netta separazione nel comportamento politico delle persone: vi sono coloro che sono completamente attivi e coloro che invece sono stufi per il continuo bombardamento mediatico. In Arizona tuttavia, dove sto soggiornando, le elezioni presidenziali sono molto attese: il mio host-dad, che si era candidato per il Senato dell’Arizona un paio di anni fa, è molto attivo sia in città che a livello statale. Per questo posso confrontarmi spesso con lui riguardo alle prossime votazioni, accanito sostenitore del partito repubblicano. Io non simpatizzo per nessuno dei due poiché credo che i cittadini americani siano davanti ad una scelta davvero difficile in entrambi i casi. Se fossi chiamato a votare, penso che alla fine opterei per Trump: per certi aspetti si avvicina di più al mio ideale politico, pur rimanendo conscio del fatto che non sia un modello di vita.”




Scritto da: WEP, World Education Program
Data: 28 Ottobre 2016
Categoria: Politica
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