Le Torri di Mantova
La città di Mantova è ancora una città anche ricca di torri che ne testimoniano il passato storico e nobiliare e che la caratterizzano nel suo sky line maestoso, ammirabile al suo ingresso dal Ponte di San Giorgio. Le principali torri di epoca comunale che si possono vedere sono: la Torre della Gabbia (la più alta 55 metri), la Torre degli Zuccaro (e non zucchero), la Torre dei Boatieri, la Torre dei Gambulini, la Torre del Salaro (già dei Poltroni), la Torre delle Ore (torre del Palazzo Podestà) da non confondere con la Torre dell’orologio, più recente e situata in Piazza Erbe. Oltre una decina di torri di epoca comunale sono andate distrutte e ne restano solo testimonianze nei documenti storici.
Funzioni delle torri
La funzione svolta da una torre oltre ad essere di tipo militare, per difesa e presidio del territorio, era anche quella, nell’XI secolo, periodo comunale di crescita degli edifici in città, di rappresentare segno di sviluppo e simbolo della presenza di ricche famiglie di nobili. Tanto più importante era la famiglia nobiliare, tanto più la torre si innalzava per farsi notare. Così l’altezza della torre serve, quando svolge funzione di difesa a potenziare la distanza degli aggressori e per i Signori a dimostrazione del proprio potere e della propria influenza politica ed economica sulla città.
La Torre della Gabbia
(da via Cavour)
Di proprietà della famiglia Acerbi, nel 1281 fu acquistata da Pinamonte Bonacolsi che, per conquistare ancora più influenza e potere sulla città, studiò un sistema di difesa proprio incentrato su due torri cittadine: la Torre della Gabbia – attuale via Cavour – e la vicina Torre dello Zuccaro – attuale via Tazzoli – collegandole tra loro con dei passaggi. Lo scopo era quello di tenere sotto controllo la Vetus Civitas o città vecchia contrastando il Libero Comune. Nel 1328 con la cacciata dei Bonacolsi da parte dei Gonzaga la Torre della Gabbia divenne proprietà della famiglia Gonzaga fino a metà del secolo XIX.
La Gabbia, luogo di torture, esposta sul lato sud anche per far patire la sete e l’arsura ai prigionieri, in origine non c’era, come testimoniato nel quadro di Domenico Morone “La Cacciata dei Bonacolsi” del 1494 in cui la torre è dipinta senza gabbia.
(da Piazza Sordello)
La Torre della Gabbia fa parte del Palazzo Acerbi di Piazza Sordello, venduto nel 1281 ai Bonacolsi; ancora oggi si può ammirare la gabbia da via Cavour angolo voltone di San Pietro, la torre è chiusa e non è visitabile al pubblico, il suo accesso si trova nel palazzo Acerbi ceduto ai Bonacolsi e ora di proprietà privata. Il sisma del 2012 non ha creato gravi problemi strutturali alla torre della Gabbia che ora è del Comune di Mantova.
La Torre degli Zuccaro
La Torre dei Gambulini
La Torre del Salaro
Curioso è il fatto che la Torre del Salaro sia stata abbassata in altezza proprio a testimoniare il potere decaduto della famiglia dei Poltroni che erano stati cacciati dal Comune di Mantova e la torre venne adibita a magazzino del sale: ecco il perché del nome “Salaro”.
La Torre del Salaro, di epoca medievale (XII secolo) si può vedere a fianco della Casa del Mercante, in Piazza Erbe.
La Torre delle Ore o Torre civica del Palazzo Podestà
La torre delle Ore non deve essere confusa con la torre dell’Orologio di Piazza Erbe, tra Palazzo della Ragione e Rotonda di San Lorenzo.
Nel corso del tempo la torre delle Ore venne usata come punto di osservazione e come prigione. Attualmente è chiusa e ancora in fase di ristrutturazione insieme al Palazzo del Podestà.
Torre di Sant’Alò o Torre Nuova
Si trova tra Piazza Arche e piazza Vigili del Fuoco, a fianco dell’attuale Museo dei Vigili (nel fabbricato cinquecentesco scuderie dei Gonzaga). Fu costruita come sistema di sorveglianza dei laghi intorno al 1370, a di difesa della città di Mantova e dei palazzi dei Gonzaga fin dai tempi di Francesco I (committente del Castello di San Giorgio). La torre faceva parte del complesso sistema difensivo della città ideato da Bartolino da Novara, il cui fulcro si trovava proprio nel Castello di San Giorgio. Fu eretta nel punto in cui il “fossato dei buoi” (che scorreva nell’attuale via Accademia) che proteggeva la città vecchia e partiva da Porta Nuova, si buttava nel lago; faceva parte delle fortificazioni nuove di cui Ludovico I aveva dotatola città.
Internamente la torre è suddivisa in ben sei piani ed il piano terra era adibito a deposito di vasi e otri di vino. La torre ha forma abbastanza tozza, ma del resto la sua funzione fu di difesa e non associata a simboleggiare il potere di una famiglia nobiliare. Il nome di Torre d’Alò si ipotizza possa derivare da un’immagine di San Eligio, il protettore dei maniscalchi che era raffigurato sul gonfalone della corporazione in epoca comunale, mentre la denominazione di torre Nuova deriverebbe da testimonianze che riferiscono di come si passasse dalla città alla sponda del Lago inferiore attraversando una porta detta “Porta della Torre Nuova”.
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Le Case Torri
Mantova oltre al suo turrito skyline, dal profilo unico, conserva anche due esempi di casa torre: la casa torre in vicolo Bonacolsi e la casa torre in via Calvi di fronte alla Camera di Commercio.
Casa Torre dei Boateri (o Torre de’ Blateri)
Casa Torre Bonacolsi
- Piazza Sordello
- Palazzo Ducale
- Duomo di Mantova
- Piazza Erbe
- Palazzo della Ragione
- Torre dell'Orologio
- Rotonda di San Lorenzo
- Basilica Sant'Andrea
- Palazzo del Podestà
- Arengario e Palazzo del Massaro
- Casa del Mercante
- Sottoportico dei Lattonai
- Castello di San Giorgio
- Camera degli Sposi
- Teatro Bibiena
- Teatro Sociale
- Palazzo Te
- Palazzo San Sebastiano
- Chiesa di San Sebastiano (Famedio)
- Casa del Mantegna
- Casa di Rigoletto
- Casa di Giulio Romano
- Piazza Virgiliana
- Le torri di Mantova
- Casa di Sparafucile
- Laghi di Mantova