Andrea Boyer – Lucidi inganni
Mostra personale di fotografia e grafica
A cura di Carlo Micheli
Mantova – Casa del Rigoletto
Dal 6 aprile al 5 maggio 2019

Mostra Andrea Boyer Lucidi inganni Mantova 2019Andrea Boyer – Foto/Grafie
Ispirato dalla poetica giuliesca, Andrea Boyer ci regala una serie di immagini raffinatissime che sembrano farsi beffe della nostra percezione visiva.
Paesaggi urbani che sfidano le atmosfere metafisiche di De Chirico; nature morte che sembrano uscite dallo studio di Caravaggio e, per contro, disegni tanto precisi e accurati da poter essere scambiati per fotografie.
Il riferimento alla villa giuliesca del Te, il “palazzo dei lucidi inganni”, appare dunque scontato, tanti sono i tranelli disseminati da Giulio Romano in quello che è universalmente riconosciuto come il suo capolavoro.
Le asimmetrie mascherate delle facciate, le distanze truccate con l’uso di “diaframmi” d’ombra, sono espedienti che appartengono pure al bagaglio espressivo di Andrea Boyer e ne costituiscono anzi una delle principali caratteristiche espressive.
Mantova si conferma dunque luogo prediletto dagli artisti, che cattura con la propria raffinata cultura, ma anche con quel pizzico di intrigo che sempre si accompagna alla bellezza.
Il Sindaco Mattia Palazzi

Andrea Boyer – La poetica dell’impalpabile.
Le opere di grafica e le fotografie di Andrea Boyer sono “lucidi inganni” la cui essenza consiste… nell’apparire.
Risolta d’autorità questa annosa e noiosa dicotomia, Boyer si dedica al disinnesco del significato, a favore di una girandola di significanti nemmeno, poi, così… significativi.
La sublimazione del banale o lo svilimento del sublime sono le suadenti provocazioni di un artista dell’escapologia che, liberatosi dalla camicia di forza del senso, si diverte a bluffare con la realtà, smontando la scatola rappresentativa, scompigliando le unità di luogo di tempo e di spazio.
Non solo. La composizione di sapore classico -che riecheggia Caravaggio e Vermeer- distoglie l’attenzione dalla rappresentazione in sé stessa, dai soggetti e dalla loro collocazione, per concentrarla sull’aura da questi emanata, nel tentativo di dare corpo all’impalpabile, di coglierne razionalmente l’essenza.
Dunque un gioco raffinato quanto vano quello di Boyer, che molto deve, formalmente, alla metafisica, con venature surreali e dosate screziature di iperrealismo (non acefalo). Un gioco “bipolare” difficile ed entusiasmante da giocare, accattivante e frustrante allo stesso tempo.
Il grande bluff e la grande bellezza, scopriremo, coincidono per la nostra gratificazione, inutile e improduttiva, la stessa che si prova nel risolvere un problema matematico o un giallo particolarmente intricato…
Ma le opere di Boyer sono guanti di sfida da raccogliere, per chi abbia ancora la voglia e il bisogno di stupirsi.
Carlo Micheli

Andrea Boyer. La bellezza oltre il nulla
Nelle opere di Andrea Boyer il tempo è sospeso, dilatato, trattenuto in maniera impercettibile.
Sembrano cristallizzate in una epifania crepuscolare senza fine, abitata solo dal silenzio delle persone, delle cose, delle emozioni sedimentate in un frammento sensitivo tanto semplice in superficie quanto sfuggente e ambiguo nella sua essenza.
Le cose della vita sono estranee da qualsiasi contesto. Oggetti vuoti che divengono riflesso della luce: quello che pervade il tutto è la solitudine abissale che si posa su ogni cosa.
Il verosimile si mostra ogni volta dentro l’inganno: un frammento di una verità sconfinata; un fotogramma strappato alla storia ma filtrato dalla memoria, vissuta come un labirinto di prospettive infinite.
Un gioco di riflessi che si appalesa attraverso archetipi incerti della propria anima e dei loro sensi.
Presenze primigenie che divengono rifrazioni di luci e ombre assolute, fredde e immobili, dove non esiste niente prima e dopo quell’attimo colto per l’eternità.
La sua ricerca tende a cogliere l’attimo dove la realtà muta e disadorna di ogni parvenza si mostra nella sua bellezza soavemente fragile, come se oltre i segni, i colori, le immagini la percezione si disperdesse in un nulla catartico che dissipa ogni certezza.
Luca Violo

Andrea Boyer – Terzo Tempo
Chi abbia l’opportunità di osservare da vicino il lavoro di Andrea Boyer, riconosce in lui un artista dalla profonda attenzione psicologica e sociologica, capace di rendere le proprie opere dei racconti metaforici dell’uomo, delle vere e proprie visioni.
Il suo lavoro infatti è estremamente articolato per la presenza di più significati, intrecci diversi di tempo e realtà. Proprio il tempo, con l’interpretazione della realtà che ne dipende, è una delle chiavi di lettura di queste opere.
La fotografia e il disegno, i principali mezzi espressivi utilizzati dall’artista, si fanno emblemi di un loro tempo specifico.
Il disegno -che di per sé rappresenterebbe il tempo dell’essere- e la fotografia -che per sua natura coglie il tempo nel suo divenire- nelle opere di Andrea Boyer si incontrano per creare un terzo tempo, un’altra realtà in cui l’essere si identifica con il divenire.
In questo modo l’artista ci racconta storie di individui e collettività, colti nella loro realtà profonda, scevri da qualsiasi estetismo fine a se stesso.
Questa visione del tempo deriva da Platone, così come egli ne parla nel suo dialogo il Timeo, che le opere di Andrea Boyer sembrano aver assorbito e portato a rappresentazione.
Vivendo in una società in cui tutta la realtà si trasforma in immagini sempre uguali, l’artista ci propone una nuova simbolizzazione delle forme, ricche di quella summa temporale descritta precedentemente, che non richiede di ancorarsi al passato, al presente o al futuro.
Manuela Accinno

Chi è Andrea Boyer

Andrea Boyer è nato nel 1956 a Milano. Ha frequentato il Liceo Artistico, e l’Accademia di Belle Arti di Brera (scenografia). Ha lavorato come fotografo (1978-2000) presso il proprio Studio in ambito commerciale con collaborazioni nella moda, nella pubblicità, nell’editoria, nell’industria. Ha collaborato con i più importanti studi di architettura quali BBPR, Albini, Belgioioso, fotografando e documentando le loro costruzioni. Dal 1990 espone in spazi pubblici e privati con Opere pittoriche (matita, olio, grafica-puntasecca, ceramolle, maniera nera) e fotografiche. Sue Opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero..

Dove

Casa del Rigoletto
Piazza Sordello, 23 – 46100 Mantova

Quando

Inaugurazione sabato 6 aprile 2019 alle ore 18.00
La mostra è visitabile tutti i giorni dal 6 aprile al 5 maggio 2019 dalle 9.00 alle 18.00

Info

info@infopoint.it – Tel. 0376.288208




Scritto da: MantovaNotizie.com
Data: 3 Aprile 2019
Categoria: Fotografia, Mostre


2 Commenti

  1. paola - | Rispondi

    Dove si trova del rigoletto? e’ una zona centrale di Mantova?


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