La Galleria “Arianna Sartori” di Mantova, nella sede di Via Ippolito Nievo 10, presenta la mostra “Arte di passione, come un tizzone ardente che infiamma e che consuma… Sculture di Franca Frittelli”, curata da Arianna Sartori e con testo critico di Gianfranco Ferlisi.
La mostra si inaugura Sabato 2 aprile 2022 alle ore 17.00 alla presenza dell’Artista e con presentazione di Gianfranco Ferlisi.
L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al prossimo 20 aprile 2022 con il seguente orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso Festivi.

Arte di passione, come un tizzone ardente che infiamma e che consuma…
Sculture di Franca Frittelli

Mostra scultrice Franca Frittelli Mantova 2022Ogni ricerca di studio e comprensione di un percorso espressivo, di solito, cerca di individuare il punto di partenza, l’elemento ispiratore cardine. Nel nostro caso, per Franca Frittelli, l’origine di tutto mi sembra risiedere nel suo essere donna e, in quanto tale, nella sua capacità di esprimere un immaginario artistico fondato sul femminile, sulle tracce del mistero della vita e delle differenze di genere. Il suo specifico percorso è talmente vasto e ricco di riconoscimenti internazionali da essere vorticoso ed impossibile da riassumere. E dunque non ci perderemo nei suoi meandri se non per sottolineare l’importanza e la forza estetica dell’artista.
Franca crede da sempre nella capacità dell’arte di auto-rappresentarci, di raccontare il nostro vissuto, con le nostre vittorie, i nostri lutti e le nostre battaglie. E, in questo ambito, ancora più forte è la valenza dell’arte nell’indagare e nell’esprimere la specificità identitaria dell’universo femminile. Ne consegue il liberarsi dagli stereotipi maschili, il guardare con occhi nuovi alla trasmissione e al rispetto della vita, l’operare una critica costruttiva (e attuale) rispetto all’istituzione familiare, il prendere posizione contro ogni discriminazione, contro i meccanismi compulsivi della competitività e contro il mito dell’efficienza nella società contemporanea.
La cornice di tutto questo difficile traguardo si profila nella complessità di essere artista – donna, con tutto quello che ha comportato intraprendere, storicamente, una disciplina spesso negata al genere femminile (nonostante esempi sublimi di geniali protagoniste). Non a caso un antico gruppo femminista americano, le Guerrilla Girls, nel loro manifesto, sottolineavano come il razzismo e il sessismo non sarebbero stati eterni.
Anche Franca, nel segno della rivolta femminile, da mezzo secolo si dedica alla scultura e vive in un universo con scarse risposte ma con la certezza di un necessario cambiamento. In tutti questi anni di ricerca, la scoperta e la messa a punto di un linguaggio estetico l’hanno aiutata a toccare sempre più sorprendenti novità, momenti di riflessione autentica sul tema del femminile e su argomenti funzionali alla sua sensibilità: l’ambientalismo, il pacifismo, la giustizia sociale… Ha anche sviluppato, nella sua opera, una propria componente di evocazione letteraria e il desiderio costante di raccontare, nella scultura, le proprie esperienze d’artista e di vita.
Franca indugia spesso sulle sinuosità del corpo femminile e sui suoi giochi di curve e di masse, delicate e aperte a varianti plastiche infinite… Basti osservare Saluto al sole per scoprire ritmi fatti di sporgenze e scavi, pur nello studio di soluzioni antigraziose, al di fuori di criteri estetici tradizionali. È una scultora che cerca, nelle sue opere, il suono del respiro. Nascono così lavori come Il fiore, oppure Grandi cappelli, oppure ancora Il fiore giallo, in cui la derealizzazione del mondo si avventura in metamorfosi plastiche, con andamenti ondosi, che si pietrificano in una materia fecondata dal turbinio della vita. L’antico impianto classico si è ormai dissolto nei corpi delle sue matrone: per arrivare a una semplificazione espressiva.
Anche per questo l’arte di Franca assume vibrazioni speciali e trasferisce passione e calore, come se nelle sue sculture si celasse una forza desiderosa di esprimersi e di consumarsi come tizzone ardente.
È arte che cerca sempre di cogliere la verità, anche la verità della sua sciatta Venere del 2000, che pare sbucare, con un azzurro impermeabile, da un nubifragio: è la libera immaginazione che plasma il corpo vivo della materia e lo rende portatore di messaggi originali, come quello che mira a sciogliere la scultura dal giogo della retorica e dalla memoria consumata delle Veneri di Milo. È lo stesso messaggio della testina verde con una Demetra, l’antica protettrice della fertilità dei campi: la deformazione della figura umana, sulla scia di una contaminazione col “primitivo”, percorre, qui, spontaneamente gli orizzonti della contemporaneità. Il suo punto d’arrivo è ormai chiaro: la sua ricerca si manifesta attraverso un linguaggio più che mai intenso, teso a dare forma estetica ai volumi, per fissare, anzitutto, l’intuizione plastica come cadenza ritmica di materia. L’albero del femminicidio, una scultura in legno di quercia e cipresso, si manifesta come una esemplare opera di impegno sociale, in cui l’artista rivela i bisogni profondi dell’anima, e, addirittura, l’irraccontabile. È questa un’opera chiave per capire come l’artista si muova sull’impervio crinale in cui si incontrano impegno estetico e tensione lirica. Una commistione di ragione, fantasia, intuizione e cuore ci chiede solidarietà con le donne, eterno soggetto messo all’angolo da questo mondo. Per tutti questi motivi, per l’impegno, il talento, la passione, la denuncia sociale, le opere di Franca Frittelli chiedono, innanzitutto, di essere guardate con semplicità e leggerezza e, soprattutto, con grande sensibilità culturale. In questo modo, a conclusione di un percorso estetico assai riepilogativo, la mostra di Franca potrà pienamente restituire i risultati di una ricerca accurata, i punti d’arrivo di una scultora che, in sua ogni opera, ci mostra il valore aggiunto di una emozionale delicatezza, trasferendo a chi guarda tutto il suo dinamico ed immediato rapporto tra sentimento e materia.
Gianfranco Ferlisi, 2022

Biografia Franca Frittelli

Franca Frittelli vive e lavora in Toscana nel suo atelier, nel parco delle sculture “la Giunca” a Rosignano Marittimo.
Scultrice e scenografa è docente di disegno e storia dell’arte presso il Liceo Scientifico “Fermi” di Cecina, presidente dell’Associazione per le Arti Visive “LA TORRE” ha fatto parte della Commissione Cultura della Provincia di Livorno.
Lavora nel campo delle arti figurative dal 1977.
È nipote del poeta/novelliere Riccardo Marchi e di Vittorio Marchi studioso della storia livornese, di Virgilio Marchi architetto/scenografo futurista. È stata allieva presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze dello scenografo Prof. Franco Nonnis, lavora nel cinema e nel teatro sperimentale fondando il gruppo teatrale “Teatro Vita” un gruppo di avanguardia dove lavora come attrice e scrittrice. Nel 1977 riceve il Premio Fedic di Montecatini con il film sperimentale “DEVO AVERE CAPITO MALE QUALCOSA IN QUESTA STORIA”.
Dal 1980 prende parte a seminari di teatro e cinema realizzando cortometraggi didattico – industriali sia per la scuola che per l’industria. Dal 1990 lavora nella scultura. È attratta dal movimento della FIGURA NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. Dalla figurazione all’astrazione nella concezione sintetica dell’estetica formale il passo è breve: ed ecco la creazione di sculture monumentali in granito – marmo – legno – bronzo – ceramica. Partecipa a ben 35 Simposi Internazionali in Italia e all’Estero, NUOVA ZELANDA – BULGARIA – REP. CEKA – GERMANIA – FRANCIA – MACEDONIA – GERMANIA – ARGENTINA – BURKINA FASO, collocando monumenti in marmo, granito, legno. Partecipa a biennali internazionali di scultura in Egitto e Giappone, a numerose collettive ed esposizioni personali in Gallerie ed Istituzioni pubbliche.

“(…) si tratta di figure che all’interno hanno gli echi di una energia scatenante, quasi l’anima in eterna ribellione che la scultrice insinua nelle crete, nei gessi, nelle resine ma anche nei marmi e nel travertino: con una capacità espressiva apparentemente incolta e invece esperita nello studio di tante discipline frequentate e di cui porta in sé orme…” T. Paloscia

Hanno scritto di Lei: Prof. Nicola Badaloni direttore dipartimento di filosofia di Università di Pisa – Prof. Ariberto Badaloni artista – Vescovo V. Savio – Critico Prof. D. Carlesi poeta e scrittore – Critico Dott. T. Paloscia – critico Prof. C. Melloni – critico e giornalista D. Pasquali – Dott.ssa A. Serafini resp. Fondazione Carnevale Viareggio – On. Riccardo Nencini Presidente del Consiglio Regionale Toscano – M. Baronti Pres.te del CPO Regione Toscana – Dott.ssa MG. Carli Curatrice della Raccolta di Arte Contemporanea Regione Toscana – Prof.ssa Enrica Torelli Università La Tuscia di Roma, Storica dell’Arte – Prof.ssa Graziella Magherini psichiatra, presidente Ass.ne Arte e Psicologia di Firenze – Prof. De Rosa critico d’arte – Ludovico Geirut critico d’Arte – Dott. Vittorio Marchi storico di Livorno.

Presidente dell’Ass.ne per le arti visive “LA TORRE”.
Membro dell’Associazione “ARTE E PSICOLOGIA” di Firenze.
Membro dell’Associazione National Museum of Women in the Arts Washington.

Tiene conferenze “L’ALTRA FACCIA DELLA STORIA DELL’ARTE” e pubblicazioni sulle artiste.
Su di Lei è stata pubblicata la biografia “FIORI DI PIETRA 2020 la magica avventura di una scultora contemporane” Edita dalla casa editrice Youcanprint scritta dal Dott. Michele Dattolo.

Info mostra

Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”
Indirizzo: Mantova – via Ippolito Nievo, 10
Titolo della mostra: Arte di passion, come un tizzone ardente che infiamma e che consuma… Sculture di Franca Frittelli
Mostra a cura di: Arianna Sartori
Testo critico di: Gianfranco Ferlisi
Inaugurazione mostra: Sabato 2 aprile 2022, ore 17.00 alla presenza dell’Artista, presentazione di Gianfranco Ferlisi
Date mostra: dal 2 al 20 aprile 2022
Orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso Festivi.




Scritto da: Arianna Sartori
Data: 30 Marzo 2022
Categoria: Mostre
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