Stefano Nardi
Donne…
a cura di Gianfranco Ferlisi
Dal 14 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024
Inaugurazione sabato 14 ottobre 2023 ore 17:00
Giorni e orari di apertura: Venerdì ore 15.00/18.00, Sabato e Domenica ore 9.00/12.00 e 15.00/18.00
Via Cesare Battisti, 27 – Castiglione delle Stiviere (MN)
Ingresso libero

Mostra Stefano Nardi Donne Castiglione delle Stiviere (MN) 14 ottobre 2023 2024Dal 14 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 la Galleria d’arte moderna e contemporanea di Castiglione delle Stiviere (MN) ospita la mostra “Donne…”, opere di Stefano Nardi, a cura di Gianfranco Ferlisi.

Il Comune di Castiglione delle Stiviere, con l’obiettivo di rendere la Galleria d’arte moderna e contemporanea uno spazio dinamico e un punto di incontro tra i cittadini e gli artisti del territorio, ha deciso di destinare la sala superiore di Palazzo Menghini a spazio per mostre ed esposizioni temporanee.

Questa scelta è motivata dalla capacità intrinseca del luogo di favorire una connessione fluida con la sezione permanente della galleria, consentendo un dialogo vivo e sinergico tra le opere esposte.

La prima mostra temporanea mette in primo piano l’opera e la ricerca dell’artista castiglionese Stefano Nardi che si focalizza per l’occasione sull’evocativa figura della Donna. Questa esposizione rappresenta un’opportunità unica per immergersi nel suo stile originale, per apprezzare la sua maestria tecnica e per seguire il suo affascinante percorso creativo.

Note critiche

Indizi di defigurazione: i segni che si infittiscono, i graffiti, le geometrizzazioni, le semplificazioni che mutano l’elemento visivo di partenza, il ritratto fondamentalmente, hanno come dominante una tavolozza fatta di rosso, di nero e di un incarnato livido…

Proprio questi sono – troppo spesso – i colori della vita delle donne, del loro sopravvivere e del loro soccombere, della loro debolezza e della loro forza. Le opere in mostra ci restituiscono, dunque, nei volti diversi, affilati o morbidi, congelati o disperati, appartenenti a mondi diversi e a esperienze disparate, icone dure nate da una riflessione sul senso e sulla funzione dell’arte. In mostra ci sono volti minacciati, bocche trepide ma, soprattutto, occhi: espressivi, impietriti, nascosti, impietosamente affranti. Il mondo delle donne continua, nel tempo, ad essere questo: un mondo

difficile, fatto di conquiste e di perdite, di derisione e di rivincita. La prevaricazione, l’insulto e la violenza accomunano trasversalmente il genere femminile ad ogni età, in ogni paese e in ogni classe sociale, rendendole figlie di un dio minore ma anche forti di un’unica ribellione. La luce che appare in questi visi, accecanti nella loro espressione dolorosa, è quella di una gelida determinazione e di un’accusa che

guarda fissamente e implacabilmente un colpevole contro cui combattere. Sono questi i ritratti delle donne che non vogliono più chiedere aiuto come se non fosse un diritto appartenere a se stesse o essere proprietarie della propria esistenza.

È un uomo, Stefano Nardi, il pittore che ha immaginato queste figure, vere e proprie testimonianze di ciò che egli, come artista, riesce a cogliere nell’altro da sé. Per tali donne Nardi ha così messo a disposizione la sua consueta grammatica compositiva.

È emerso in tal modo il racconto dei volti in cui si narrano i lutti e le battaglie di tutte le donne. È così che si è resa manifesta la valenza di un’operazione artistica fondata nella capacità di esprimere la specificità delle discriminazioni sopportate dall’universo femminile. Stefano ha guardato, con occhi nuovi, alla preziosità del rispetto della vita e dell’esistenza per prendere posizione contro ogni discriminazione, contro i meccanismi compulsivi della competitività e contro il falso mito dell’efficienza maschilista. Anche per questo l’arte di Stefano assume qui vibrazioni speciali e trasferisce passione e calore, adesione e condivisione. L’artista s’è incamminato sull’impervio crinale in cui si incontrano impegno estetico, sociale e tensione lirica. È emersa alla fine una commistione di ragione, creatività, intuizione e cuore che lo ha condotto a offrire solidarietà a un eterno soggetto messo all’angolo dalle società di questo mondo. Per tutti questi motivi, per l’impegno, il talento, la passione, la denuncia, le opere di Stefano chiedono, innanzitutto, di essere guardate con semplicità ed equilibrio e, soprattutto, con grande partecipazione emotiva.
Gianfranco Ferlisi

Biogrfia Stefano Nardi

(Rivalta sul Mincio, 1939)

L’autore trascorre l’infanzia tra Verona e Mantova, dove rimane fino agli anni Settanta.

Fin da ragazzo predilige, come giochi e passatempi, colori, matite e materiali vari per il disegno. Già all’epoca della scuola media inferiore partecipa, con alcuni coetanei, a mostre di pittura per giovani, organizzate dalla Provincia di Mantova, avendone buone segnalazioni. La sua formazione è di orientamento tecnico (consegue infatti il diploma di geometra).

Come artista si professa autodidatta eppure, appena finiti gli studi scolastici, si dedica con inenarrabile tenacia e assiduità all’attività di pittore.

All’inizio degli anni Settanta si trasferisce a Castiglione delle Stiviere (MN), città dove tuttora risiede e lavora ed è qui che inizia la sua attività espositiva con le prime partecipazioni alle collettive di Palazzo Pastore e della Galleria Il Sagittario.

Per quanto più ci riguarda da vicino, sono importanti gli attuali punti di arrivo di Stefano Nardi e la sua capacità di tradurre in ordine artistico, nelle sue immagini, il caos percepito dalla sua concezione del mondo. La chiave di accesso alla sua grammatica compositiva deve tenere conto di una sorta di camaleontico meta-morfismo che traduce i suoi miraggi e il suo compiacimento: una forma che scaturisce dal faticoso e meticoloso nonchè analitico esame del soggetto.

In Stefano coesistono diverse forme di espressione comunicativa la cui scelta è stabilita a seconda del contenuto del tema trattato. A fronte della reminiscenza di una immagine di partenza, una progressiva destrutturazione defigurativa della stessa accoglie modifiche in cui prevalgono segni che si infittiscono, graffiti, scritte, geometrizzazioni e semplificazioni che fagocitano e mutano l’elemento di partenza. È il caso, solo per fare un esempio, del suo Mao Zedong (in esposizione al Menghini) sottoposto ai traumi della piovra onnivora della contemporaneità. In questa mostra che inaugura la nuova stagione delle mostre temporanee l’autore utilizza solamente in parte i vecchi stilemi della defigurazione.

Resta ovviamente inalterato il suo segno identitario – tagliente ed essenziale – in grado di fissare la propria attenzione sulle storiche ferite morali irrisarcibili delle donne. Ognuna delle sue figure diventa così icona autonoma ed unica di una riflessione sulle differenze di genere e sulla
funzione etica dell’arte.

Per informazioni

Infopoint tel. 0376 944061
infopoint@comune.castiglione.mn.it

Ufficio Turismo
tel. 0376 679305 – 306
turismo@comune.castiglione.mn.it
www.valorecastiglione.mn.it




Scritto da: MantovaNotizie.com
Data: 18 Settembre 2023
Categoria: Mostre
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