Spigolature roverbellesi
Arte, identità e territorio
Esposizione di opere di Enos Passerini a cura del dott. Gianfranco Ferlisi
Sabato 25 novembre 2023 dalle ore 15:30 alle 18:30
Domenica 26 novembre 2023 dalle ore 10:00 alle 18:00
Antica Dimora Conti Custoza
Via Custoza, 160 – Roverbella (MN)
Itinerario Passeriniano: Chiesa di San Giovanni (località Castelletto), Cimitero di Roverbella e cappella Passerini, Palazzo Spagnoli, Comune di Roverbella, Villa Conti Custoza

Enos Passerini ovvero l’alchimia di un artista tra innovazione e tradizione artigiana

Spigolature Roverbellesi 2023 Roverbella (MN)Roverbella riscopre Enos Passerini (Roverbella, 23 maggio 1881 – Mantova, 9 gennaio 1963) con una mostra e un percorso guidato di visita che mira a rivalutarne l’opera in funzione di una futura più articolata rassegna e di un volume biografico che ne delinei, a tutto tondo, la figura.

In questa prospettiva il Gruppo di Ricerca e di Tutela della Storia Roverbellese, con la curatela di Gianfranco Ferlisi, ha avviato il progetto di un itinerario di visita alla scoperta delle decorazioni visibili su facciate e cappelle funerarie e una esposizione allestita presso la locale Villa Conti Custoza (via Custoza, 160, Roverbella).

Tra il 25 e il 26 novembre 2023, dunque, il suo paese sfoglierà le pagine di una storia che sembrava essersi chiusa nel silenzio della Casa di riposo di via Trento a Mantova, il 9 gennaio 1963, quando il pittore, solo e senza più l’amore della moglie Bianca Borgia (smarritasi nella demenza senile) e senza figli (Enas, la figlia, era morta di tifo a quattordici anni), lasciava le cose di questo mondo.

Solamente nel 1984, vent’anni dopo la sua scomparsa, l’oblio su Enos Passerini fu interrotto dalla proposta di sei disegni (che ne sottolineano l’indiscutibile talento) alla Mostra del Disegno Mantovano del ’900, che si tenne a Mantova nel Museo Civico di Palazzo Te. Tuttavia, il collezionismo e l’attenzione critica non gli dimostrarono, allora, l’interesse che avrebbe meritato.

Eppure, Passerini era dotato di indiscutibili qualità, supportate da una solida formazione ricevuta presso l’accademia di Belle Arti “Cignaroli”, a Verona, dove si diplomò in decorazione e pittura.

I suoi esordi giovanili furono improntati a una condizione bohemienne, coerente con la figura, sociale e individuale dell’artista “moderno”, tutto proteso in una costante oscillazione tra immaginazione, realtà e inquietudini di scoperta. Le sue vicende giovanili, da sole, potrebbero ancora alimentare le penne (o, se volete, le tastiere) dei biografi più creativi.

Si trasferì, da giovane, prima in Argentina (Terra in cui imparò a suonare, con la chitarra, canzoni dense di nostalgia) e poi, nel 1909, a Conceptiòn, in Cile, mentre il fratello Ermanno si compiaceva di allenarsi a Parigi in stoccate come maestro di scherma. Successivamente Enos si spostò in Canada e da lì a Parigi, negli anni della Belle époque.

Solo nel 1912 ritornò in patria ma a Milano dove prese casa in via Buenos Aires. Nel capoluogo lombardo tenne stretti rapporti d’amicizia con Mario Moretti Foggia e Archimede Bresciani. Perché Enos, nonostante le chimere d’America, apparteneva a quella generazione che, con felice espressione, è stata denominata dei “pittori che facevano spola dal Mincio al Naviglio”: la generazione dei Vindizio Nodari Pesenti, di Giuseppe Guindani, di Alfonso Monfardini, di Mario Lomini, di Giovanni Minuti, oltre ai già citati Mario Moretti Foggia e Archimede Bresciani. A Milano, del resto, il lavoro non mancava, soprattutto quello legato alla decorazione, che Enos assecondava e ricercava: non inseguiva infatti l’obiettivo di un’originale unicità, giocata sul mito della genialità. Il suo talento era declinato semmai sulla padronanza tecnica e sulla variazione dei generi. Si adattava perciò ai bisogni e alle richieste dei committenti, all’insegna di una produttiva ecletticità. Alla fine degli anni Venti, qualche anno dopo la morte della figlia, ritornò a Roverbella per vivere in una casa a Castelletto.

Nascono in quegli anni molte altre decorazioni, che vanno ad aggiornare l’aspetto della Cappella di San Giovanni Battista proprio a Castelletto di Roverbella (all’interno sono qui visibili due suoi quadri, con un bel San Giovanni Battista e un Sant’Antonio da Padova). Sempre a quegli anni risalgono la facciata di Palazzo Spagnoli e di Palazzo Borgia, a Roverbella e le decorazioni della tomba di famiglia, in cui l’artista reinterpreta felicemente, con una pittura murale che risente degli echi mantovani di Giuseppe Gorni, il Compianto sul Cristo morto del Tintoretto, opera oggi conservata nel Museo di Arte Antica a San Paolo, in Brasile. Notevoli e di qualità, nel cimitero cittadino, le decorazioni messe a puntoper le Cappelle Tonazzi e la Cappella Castagnari, dove un grande angelo srotola un cartiglio con la scritta Pax.

In queste esecuzioni Enos Passerini, artista artigiano, mostrava una fertile sapienza, ancora legata a canoni estetici in corso di superamento, come il Liberty, ma la sua abile capacità decorativa gli procurava continui ordinativi, nel contesto di una provincia in cui il freddo razionalismo del ventennio faticava ad imporsi.

Nel dopoguerra, trasferitosi da Castelletto in centro paese, Passerini dirige, nella sua Roverbella, la scuola serale di disegno. In questi anni esegue molti lavori di decorazione che si possono tuttora ammirare: vale la pena di citare gli interni delle Chiese Parrocchiali a Pellaloco, a Malavicina e a Castiglione Mantovano.

Nella rassegna espositiva degli spazi di Villa Conti Custoza prenderanno finalmente vita molti dipinti (spesso ispirati alla sua personale interpretazioni dei temi sacri), visioni paesaggistiche forti di un realismo che spinge il pittore a fissare sulla tela rarefatti effetti luministici e atmosferici e un vedutismo sapiente fondato su “impressioni” nate en plein air (come nella veduta di Castelletto), su una interpretazione sempre soggettiva, venata da toni sentimentali, una interpretazione maturata sulle migliori frequentazioni degli anni milanesi; e poi disegni e acquerelli: una sequenza di opere inedite (compreso un autoritratto con pungenti occhi azzurri), capaci di testimoniare un talento pari a quello dei migliori rappresentanti della cosiddetta “generazione degli anni Ottanta”.

Saranno esposti inoltre alcuni mobili laccati secondo la tradizione veneziana settecentesca, preziosi reperti dell’ebanisteria locale, in cui l’artista prestava il proprio pennello per una produzione rivolta a chi chiedeva ancora vetuste esibizioni di gusto e di lusso.

Tutto ciò assume un importante valore aggiunto perché ci catapulta nell’universo dei depentori, artisti veri, che si occupavano di arricchire e completare le sinuose forme rococò eseguite da abili marangoni. Enos Passerini, in tal senso, fu l’ultimo rappresentante di un piccolo mondo antico che la società dei consumi del dopoguerra presto cancellerà completamente.




Scritto da: MantovaNotizie.com
Data: 15 Novembre 2023
Categoria: Mostre
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